
Il dato giunge da uno studio condotto dai ricercatori del dipartimento di pediatria del Mount Sinai Kravis Children's Hospital, New York.
Gli autori hanno analizzato la relazione tra il tasso di diagnosi dell’obesità infantile, l’educazione sanitaria ricevuta dai bambini caratterizzati da un sovrappeso estremo (>120% of the 95imo percentile per età e sesso) e il tipo di visita ricevuto.
Dall’analisi di un totale di 17808 visite è emerso che le diagnosi più severe di obesità infantile avvengono prevalentemente tra bambini che hanno ricevuto una migliore educazione sulle strategie per la riduzione del peso corporeo. L’educazione sull’alimentazione e sull’attività fisica non risulta, tuttavia, correlata con la severità del sovrappeso.
Il tipo di visita invece è apparso influenzare fortemente la severità dell’obesità del bambino. Le visite che analizzano la situazione del bambino nel contesto del suo sviluppo forniscono strumento diagnostici più appropriati e sembrano essere direttamente correlate ad una migliore prevenzione del disordine rispetto alle visite di tipo più generale.
Secondo i ricercatori i bambini estremamente obesi ricevono una corretta educazione sanitaria, ma questa non sarebbe sufficiente per prevenire la costante diffusione del sovrappeso infantile. A questa situazione si accompagna inoltre un pericoloso rischio di non riconoscere la presenza di possibili comorbidità e prevenirne la loro progressione. Questo è particolarmente vero nei casi in cui non si conducano visite mirate allo studio dello sviluppo corretto del bambino.