
La gestione dell’obesità richiede un’approccio olistico, o meglio, una combinazione di terapie comportamentali, nutrizionali e farmacologiche.
Questo perchè la regolazione del peso corporeo coinvolge processi neurofisiologici, psicologici e metabolici.
Il trattamento farmacologico offre la possibilità di intervenire in modo selettivo in più punti chiave della regolazione dell'equilibrio energetico e della neurofisiologia del comportamento alimentare. L’approccio farmacologico, pur essendo preferibile in molti casi, è spesso controindicato per via della ridotta tolleranza dei farmaci o la scarsa efficacia a lungo termine.
Quasi tutti i farmaci antiobesità fino ad ora sviluppati presentano infatti fastidiosi effetti collaterali e non sembrano prevenire il riaumento di peso a seguito dell’abbandono della terapia.
Orlistat, l'unico farmaco antiobesità nel mercato italiano, riduce l’assorbimento intestinale dei grassi essendo un inibitore delle lipasi pancreatiche. Sibutramina, ritirato lo scorso anno, è invece un'inibitore del reuptake della serotonina e permette di aumentare il senso di sazietà sopprimendo l’appetito.
Entrambi i farmaci garantiscono una modesta riduzione del peso nel breve termine ma, mentre il primo provoca disturbi gastrointestinali, il secondo può determinare complicazioni cardiovascolari.
Come nel caso di patologie croniche - ipertensione e diabete - l’obesità può essere gestita con maggiori benefici utilizzando trattamenti combinatoriali che agiscono mediante distinti meccanismi farmacologici.
Recentemente è stato proposto un nuovo farmaco combinato per il trattamento dell’obesità dal nome Contrave. Questa formulazione orale è una combinazione a rilascio prolungato dell’antagonista del reuptake della dopamina Bupropion e dell’antagonista degli oppioidi Naltrexone.
Il meccanismo di azione complementare del farmaco si basa su una doppia stimolazione del pathway centrale della melanocortina e permette di aumentare la spesa energetica sopprimendo allo stesso tempo l’appetito.
Il farmaco ha passato un primo esame da parte della Food and Drug Aministration (FDA) ma la sua distribuzione è stata bloccata per via del timore di possibili complicazioni cardiovascolari associate al trattamento e per il dubbio riguardo l’efficacia a lungo termine.
Contrave è stato testato durante quattro trial clinici di fase III ed ha soddisfatto i requisiti primari stabiliti dalla FDA, dimostrandosi efficace nel produrre una perdita del peso corporeo tra il 5 ed il 10 % e presentando come unico effetto collaterale nausea.
Il farmaco non è stato completamente respinto ma dovrà essere sottoposto ad una nuova serie di studio clinici per valutare i rischi e benefici a lungo termine associati al trattamento.