
Obesità e sovrappeso possono favorire l’insorgenza della trombosi venosa profonda e del conseguente embolismo polmonare.
Il rischio di questa condizione aumenta linearmente con l'indice di massa corporea (BMI) e correla con la maggior parte delle misure antropometriche del sovrappeso e dell’obesità come la circonferenza in vita e nei fianchi e il rapporto vita-fianchi.
A fare il punto sulla comprensione della relazione fra obesità e trombo-embolismo venoso sono i ricercatori dell’Università di Leida nei Paesi Bassi. L’impatto dell’obesità sull’insorgenza della patologia è chiaramente dimostrato, tuttavia, il ruolo causale di questa condizione nella sua eziologia resta in parte dibattuto, innanzitutto per via di una mancanza di consenso sulla definizione stessa di obesità.
Non è del tutto chiaro, infatti, quale delle distinte componenti patologiche che caratterizzano i soggetti obesi rivesta un ruolo chiave nei meccanismi che provocano la formazione di coaguli, prevalentemente a livello degli arti inferiori, che possono raggiungere il polmone e determinare l’embolismo potenzialmente fatale.
Tra i principali indiziati vi sarebbero alcuni mediatori dei processi infiammatori, i cui livelli risultano decisamente innalzati in modo cronico nei soggetti in sovrappeso e obesi. Proprio alcune molecole dotate di proprietà pro-infiammatorie sarebbero infatti in grado di causare il danno vascolare che porterebbe alla formazione dei coaguli.