
Uomo e donna sono diversi, non c’è dubbio. Anche nella sempiterna lotta che entrambi i sessi combattono per controllare il peso corporeo vi sarebbero marcate differenze, sia per quanto riguarda la rapidità dei cambiamenti, sia per l'entità delle variazioni.
Sono gli uomini a presentare le maggiori difficoltà nel mantenere la condizione corporea e questa tendenza alla recidività potrebbe essere legata all’azione degli ormoni sessuali e al loro influsso sul ritmo delle dinamiche corporee. La spiegazione biologica di questo “dimorfismo” giunge dai ricercatori tedeschi della Charité-Universitätsmedizin di Berlino, i quali hanno potuto dimostrare il ruolo degli ormoni femminili estrogeni nel regolare il metabolismo basale e la mobilitazione dei depositi adiposi corpore.
Durante lo studio i ricercatori hanno osservato una regolazione sesso-specifica della plasticità corporea nel modello animale.
In breve, gli animali maschi aumentavano di peso più rapidamente rispetto alle femmine quando sottoposti a un’alimentazione grassa. Questa differenza era marcata da un maggiore tasso di spesa energetica da parte delle femmine. Invece, durate una fase di restrizione calorica, le femmine ottenevano una riduzione di peso più veloce, dovuta a una superiore attività lipolitica e a un aumento dell’ossidazione dei lipidi. Le osservazioni erano supportate da un’espressione più sostenuta di enzimi lipasi dei trigliceridi e di lipasi sensibili agli ormoni da parte delle femmine.
Questi processi richiedono tipicamente una risposta endocrina coordinata che coinvolge gli ormoni leptina, grelina, tiroxina ma anche, molto probabilmente, una segnalazione cellulare dipendente dal recettore alfa degli estrogeni.
Crescenti evidenze sperimentali attribuiscono grande importanza agli ormoni sessuali femminili nelle dinamiche di perdita e aumento del peso corporeo. Un esempio è l’aumento dell’adiposità viscerale che ha luogo nella menopausa, come conseguenza della perdita dell’attività sistemica degli estrogeni. Questo recettore alfa è espresso a livello del tessuto adiposo ed è un importante regolatore del metabolismo lipidico negli adipociti, dove è in grado di modulare l’attività degli enzimi lipasi. Inoltre è stata proposta anche un’azione inibitoria diretta sulla lipogenesi da parte degli estrogeni. Se così fosse, sarebbe naturale attendersi una regolazione distinta nei due sessi.
Per confermare queste ipotesi, i ricercatori hanno reso inattivo il gene codificante il recettore nei due sessi. Gli autori hanno così potuto osservare che le differenze precedentemente osservate tra i due sessi venivano attenuate, confermando così il ruolo degli estrogeni nel regolare le dinamiche corporee.
Lo studio ha anche evidenziato una differente capacità di mantenimento della condizione raggiunta. Gli animali di sesso femminile potevano infatti consumare più cibo senza tuttavia recuperare il peso perso. Questo invece non accadeva nei maschi, i quali erano maggiormente esposti ad un nuovo aumento di peso.
I risultati dello studio potrebbero presto tradursi nella terapia dell’obesità. È possibile, infatti, immaginare l’utilizzo farmacologico di ligandi o modulatori del recettore degli estrogeni durante fasi specifiche degli interventi, ad esempio nelle fasi di restrizione calorica o di mantenimento, per assistere i pazienti maschi a raggiungere una performance di successo.