Recentemente è stato pubblicato da un gruppo di ricercatori della Grecia uno studio sugli effetti della dieta mediterranea sul rischio cardiovascolare, nel trattamento dell’obesità.
L'obesità, com’è noto, è una condizione patologica complessa nella quale si sommano diversi fattori proaterogeni: insulino-resistenza, diabete di tipo 2, dislipidemia e ipertensione. Vi sono, inoltre altri fattori, cioè molecole ritenute markers del rischio cardiometabolico dell’obeso, come l’omocisteina, il fibrinogeno, la lipoproteina (a), la dimensione delle LDL e la proteina C reattiva. Tutte queste molecole si combinano nell’obeso in maniera diversa, interagendo con la qualità della dieta, con l’ipertrofia del tessuto adiposo, con un grado d’infiammazione sub-cronico del tessuto adiposo, con l’insulino-resistenza e con numerosi altri parametri. Per la riduzione di questi fattori è probabilmente sufficiente la perdita di peso superiore al 10-20% del peso iniziale, alla quale si può arrivare o correggendo globalmente lo stile di vita degli obesi, o adottando la chirurgia bariatrica, nell’obesità estrema. Riguardo alla correzione dietetica, la dieta mediterranea proposta nello studio greco porta, non solo a ridurre il peso, ma anche gli altri parametri cardiometabolici di rischio: quali CRP, fibrinogeno, omocisteina, LDL piccole e dense. Ulteriori e più estese ricerche dovranno confermare tale risultato.