
Vale la pena ricorrere all’impiego di supplementi alimentari per favorire la riduzione del peso corporeo nei pazienti pediatrici obesi? La risposta sembra essere negativa, a meno che non si tratti di fibre alimentari.
Questa la conclusione di un recente studio condotto dai ricercatori canadesi del BC Children’s Hospital di Vancouver. Alex L. Rogovik e colleghi hanno precisato come la maggior parte dei supplementi disponibili per la riduzione del peso corporeo – cromio picolinato, chitosano, acido linoleico coniugato, acido idrossicitrico, piruvato - non è affiancata da dati clinici sufficienti che ne certifichino la totale sicurezza, neppure per gli adulti.
Secondo gli autori, sarebbe meglio evitare la somministrazione di supplementi nei bambini, ad eccezione fatta di fibre naturali o in forma di supplementi come il glucomannano. Le fibre alimentari avrebbero inoltre il vantaggio di prevenire gli effetti collaterali del farmaco Orlistat, l’unica preparazione attualmente disponibile per il trattamento farmacologico dell’obesità negli adolescenti. Tuttavia, hanno precisato gli autori, prima di intervenire con supplementi alimentari è sempre meglio tentare di adottare comportamenti che favoriscono di per sé la riduzione del peso corporeo, primo fra tutti la pratica dell’attività fisica e la riduzione delle abitudini sedentarie.
E la terapia alimentare.