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lunedì 19 marzo 2012

Può la dieta proteggere dall'inquinamento?

L’alimentazione potrebbe limitare i fenomeni infiammatori e ossidativi responsabili dei danni agli organi.

Inquinanti nutrizione

Con l’aumentare della contaminazione ambientale da parte di sostanze provenienti da fonti industriali cresce anche l’esposizione cronica a pericolose combinazioni di composti tossici.

Sostanze come i policlorobifenili, i ritardanti di fiamma bromurati ed altre molecole organometalliche sono solo alcuni dei composti dispersi nell’ambiente che si accumulano nei tessuti scatenando potenti reazioni infiammatorie e favorendo patologie come l’aterosclerosi e il diabete.

Non solo, è anche accertata l’esistenza di composti “obesogeni”, sostanze contenute nei materiali plastici di uso quotidiano in grado di interferire nella fisiologia del tessuto adiposo favorendo il sovrappeso. L’interazione chimica tra questi composti avviene nei tessuti ed è spesso causa di danni irreversibili agli organi.

È un dato tristemente accertato il fatto che le popolazioni che abitano nelle vicinanze di siti contaminati presentano una maggiore incidenza di disturbi cardiovascolari e metabolici come l’ipertensione e la resistenza ad insulina. Di fronte a questa minaccia che riguarda interamente la società, lo stile di vita assume dunque un’importanza vitale.

L’idea è infatti che l’alimentazione, innanzitutto, ma anche l’attività fisica, siano importanti mediatori degli effetti dell’inquinamento ambientale sulla salute.

L’alimentazione assume, del resto, un duplice ruolo, potendo sia esacerbare che attenuare l’infiammazione e lo stress ossidativo.

Vi sono infatti abitudini alimentari che proteggono l’organismo mentre altre, meno salutari, aumentano la vulnerabilità agli insulti. Esattamente, in quale misura gli alimenti possono contrastare gli effetti tossici ambientali non è noto, ed è attualmente oggetto di investigazione.

Numerosi studi hanno dimostrato inequivocabilmente che i grassi saturi cooperano con diversi composti tossici nei processi ossidativi e infiammatori accelerando il danno endoteliale.

La pericolosa sinergia tra il cloruro di vinile e il fruttosio è invece osservata nella progressione della steatosi epatica non-alcolica. Queste osservazioni non stupiscono di certo. Le cattive abitudini alimentari costituiscono infatti il principale fattore di rischio per le più comuni patologie non trasmissibili – malattie cardiovascolari, cancro e diabete.

Fortunatamente, esistono nutrienti dotati di proprietà “detossificanti” e favorenti la stabilità metabolica, necessari quindi per proteggere l’organismo dagli insulti ambientali.

Tra questi, i grassi polinsaturi della classe omega 3 e, più in generale, gli alimenti dotati di proprietà anti-infiammatorie ed antiossidanti come i flavonoidi vegetali possono contrastare il danno tissutale. I grassi omega 3 sembrano inoltre proteggere dagli effetti che alcune sostanze esercitano sul sistema endocannabinoide, il cui disturbo è alla base di comportamenti alimentari che predispongono alla sovralimentazione.

Secondo una libera interpretazione della teoria evoluzionistica, il rapido sviluppo industriale e la conseguente contaminazione dell’ambiente non avrebbero lasciato un tempo necessario all’uomo per sviluppare sistemi endogeni di disintossicazione e risposte fisiologiche adatte a contrastare gli effetti dell’inquinamento. Per questo, l’intervento nutrizionale rappresenta un’importante strategia di prevenzione primaria necessario ad arginare gli insulti tossici ambientali.

La maggior parte di queste conclusioni è, tuttavia, tratta da osservazioni sperimentali e la loro applicabilità all’uomo desta ancora perlessità. La strada della ricerca nutrigenetica e nutrigenomica ha comunque di fronte a sè interessanti spunti per investigare la variabilità individuale nella riposta agli inquinanti e l’effetto protettivo offerto dai nutrienti.

Source:Hennig B, Ormsbee L, McClain CJ, Watkins BA, Blumberg B, Bachas LG, et al. 2012. Nutrition Can Modulate the Toxicity of Environmental Pollutants: Implications in Risk Assessment and Human Health. Environ Health Perspect