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domenica 11 marzo 2012

Chi dorme poco rischia di “prendere peso”

È questa la conclusione a cui sono giunti i ricercatori della Columbia University, i quali hanno dimostrato che le poche ore di sonno abituale possono predisporre ad un consumo eccessivo di cibo.

privazione sonno

Precedenti osservazioni hanno suggerito che la privazione del sonno, sia questa imposta dai ritmi di lavoro o rappresenti uno stile di vita, interferisce nella regolazione neuro-ormonale che controlla il comportamento alimentare e alcune evidenze epidemiologiche hanno indicato l’esistenza di un’associazione tra la durata media del sonno e la predisposizione all’obesità.

Tuttavia, le basi neurofisiologiche di queste alterazioni restano largamente oscure. Lo studio, pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition, ha analizzato il pattern di attività cerebrale in risposta alla vista del cibo in soggetti riposati e in altri parzialmente privati del sonno, ricercando se vi fosse una correlazione tra la durata del riposo notturno e l’attivazione di circuiti neuronali riconducibili all’elaborazione del senso di sazietà e appetito.

Allo studio hanno partecipato 33 soggetti di entrambi i sessi di peso corporeo normale suddivisi in due gruppi: una parte di essi assegnati ad un programma di riposo che prevedeva 9 ore di sonno a notte per sei giorni (sonno normale), una seconda parte a sole 4 ore di riposo (sonno limitato). Al termine dei sei giorni, i ricercatori hanno quindi esaminato l’attività cerebrale nei rispettivi gruppi attraverso risonanza magnetica funzionale in riposta a stimoli visivi di cibo.

Gli autori della pubblicazione hanno potuto riscontrare che nei soggetti del gruppo di sonno limitato l’attività cerebrale globale era mediamente superiore rispetto al gruppo che aveva riposato normalmente. In particolare, veniva registrata una maggiore attività nelle aree cerebrali coinvolte nell’elaborazione degli stimoli gratificanti, tra queste il putamen, il nucleus accumbens, il talamo, l’insula e la corteccia prefrontale.

Questi risultati non costituiscono certo una sorpresa, ma lo studio ha fornito ulteriore prova dell’esistenza di pericolosi comportamenti la cui ripetizione abituale può predisporre il consumo di cibo e calorie in eccesso e quindi portare ad un aumento patologico del peso corporeo.

Fonte:St-Onge MP, McReynolds A, Trivedi ZB et al. Sleep restriction leads to increased activation of brain regions sensitive to food stimuli. Am J Clin Nutr. 2012