
L’allarme è lanciato dai ricercatori dell’Harvard School of Public Health i quali hanno riscontrato l’esistenza di una preoccupante associazione tra il consumo regolare di riso raffinato e il rischio di diabete di tipo 2. L’osservazione è emersa da una meta analisi che ha analizzato i risultati di quattro studi prospettici - due asiatici e due occidentali - sulla dieta e le patologie croniche.
Il riso raffinato rappresenta un alimento di base in molti paesi e la popolazione cinese ne è il maggiore consumatore, con almeno quattro porzioni giornaliere. Nei paesi occidentali il consumo di questo alimento non supera mediamente le cinque porzioni settimanali.
Gli autori hanno comunque osservato in tutti gli studi una significativa associazione tra la quantità di riso consumata e l’incidenza del disturbo metabolico, con un associazione più forte tra gli uomini. Il rischio aumentava infatti del 10% per ogni porzione giornaliera aggiuntiva - mediamente 160 grammi.
Il riso raffinato rappresenta la qualità del cereale più consumata a livello globale ed è caratterizzata da un elevato indice glicemico, un pericoloso indicatore del rischio del diabete di tipo 2. Il riso raffinato è infatti privo di importanti nutrienti contenuti nel cereale integrale, tra cui fibre, magnesio, e vitamine.
Secondo i ricercatori sarebbe proprio la carenza di questi elementi a predisporre al rischio metabolico.
Gli autori hanno tuttavia affermato che i risultati dello studio sono imprecisi e non rappresentano quindi conclusioni su cui basare raccomandazioni nutrizionali. Unico suggerimento: includere nella dieta maggiori quantità di prodotti integrali in sostituzione dei carboidrati raffinati, limitando così il rischio.