
Il ricorso a strategie preventive costituisce una misura indispensabile negli individui ad elevato rischio di perdita di matrice ossea e fratture da debole trauma.
La maggior parte delle soluzioni farmacologiche disponibili per il trattamento dell’osteoporsi presentano un’efficacia a 3 anni piuttosto simile. Tuttavia, l’inizio dell’attività farmacologica (onset of efficacy) può variare in modo significativo per ciascun composto ed assume dunque un’importanza clinica per nulla secondaria nella valutazione del rischio individuale.
Una recente analisi della letteratura scientifica ha analizzato le informazioni relative ai tempi di inizio di efficacia terapeutica dei principali farmaci antiosteoporotici per ciascun tipo di trauma scheletrico: frattura vertebrale morfometrica (MVF), frattura vertebrale clinica (CVF), frattura non vertebrale (NVF), frattura dell’anca (HF) e frattura clinica generica (ACF).
Dallo studio è risultato che il farmaco alendronato è in grado di ridurre le fratture vertebrali multiple già a distanza di 6 mesi dall’inizio del trattamento, le fratture di altro tipo dopo 12 mesi e quelle dell’anca dopo 18 mesi.
Ibandronato risulta invece efficace nel proteggere contro le fratture vertebrali morfometriche tra 3 e 6 mesi dall’inizio del trattamento e le fratture non vertebrali dopo 36 mesi. Il modulatore selettivo del recettore degli estrogeni Raloxifene risulta efficace contro le fratture vertebrali cliniche dopo 3 - 6 mesi e per quelle non vertebrali dopo 36 mesi. Il bisfosfonato Risedronato mostra un’efficacia contro le fratture vertebrali e non verebrali a partire da 6 mesi e per quelle dell’anca dopo 12 mesi. Il sale stronzio ranelato è in grado di attenuare il rischio di fratture morfometriche vertebrali, vertebrali cliniche e fratture generiche dopo 12 mesi e quelle dell’anca dopo 36 mesi. Infine, l’acido zoledronico previene le fratture morfometriche, quelle vertebrali cliniche e le fratture generiche dopo 12 mesi, quelle non vertebrali dopo 24 mesi e quelle dell’anca dopo 36 mesi.