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venerdì 5 agosto 2011

L'ombra materna del sovrappeso infantile

Lo sviluppo del bambino risente dei disturbi metabolici del genitore

L'ombra materna del sovrappeso infantile

E' oramai indiscutibilmente dimostrata l'ereditabilità dell'obesità e numerosi studi hanno stabilito l'influenza dell' "ambiente familiare" nella predisposizione al sovrappeso infantile. Tuttavia, l'associazione tra l'obesità materna e il sovrappeso del figlio è più forte rispetto a quella paterna.

Questa situazione non sembra derivare dalla trasmissione di un particolare corredo genetico esclusivo della madre ma, più probabilmente, dipende dall'ambiente uterino incontrato dal bambino durante vita fetale.

L'esposizione a determinate condizioni chimico-ormonali durante lo sviluppo sembrano infatti essere responsabili dell'insorgenza di alcuni comportamenti del bambino tipicamente associati al sovrappeso come l'inattività fisica e il consumo smodato di cibo.

Studi condotti su modelli sperimentali animali hanno permesso di identificare alcuni fattori legati al sovrappeso materno capaci di influenzare il bilancio energetico nel nascituro. Tra questi vi sarebbe il disturbo dei lipidi (dislipidemia), dei livelli di insulina (iperinsulinemia) e del glucosio (iperglicemia) ma anche lo stato infiammatorio cronico presente nell'obesità.

Ad esempio, diversi autori hanno suggerito che l'obesità del bambino derivi da una limitata attività motoria, quest'ultima dovuta ad una ridotta massa muscolare e funzione contrattile.

Lo stato infiammatorio materno sembra infatti ostacolare il corretto sviluppo del muscolo, come dimostrato dallo shift nel differenziamento di cellule staminali mesenchimali da miogenesi ad adipogenesi per azione di mediatori dell'infiammazione.

Poichè il muscolo scheletrico è il principale sito di immagazzinamento del glucosio in seguito a stimolazione insulinica, il corretto sviluppo di questo tessuto è indispensabile per assicurare l'efficiente regolazione del bilancio energetico nel bambino.

L'infiammazione materna è solo uno dei possibili bersagli di strategie necessarie per prevenire i disturbi del nascituro.

Il sovrappeso materno è estrememente dannoso per il bambino non soltanto durante gravidanza, ma anche nella fase dell'allattamento, in quanto gli stessi elementi attivi durante la gestazione vengono ritrovati nel latte.

La prime fasi della vita rappresentano dunque una finestra temporale critica durante la quale è possibile attuare interventi volti a minimizzare il rischio del sovrappeso infantile, prevenendo così il pericoloso sviluppo dell'obesità nell'adolescenza e durante l'età adulta.

La regolazione del consumo materno di carboidrati ed un maggiore livello di attività fisica permettono di controllare la variazione di peso nella gravidanza nei genitori potenzialmente a rischio, assicurando una buona salute del bambino alla nascita.

Solo grazie ad interventi mirati ai fattori di rischio materni è infatti possibile interrompere il pericoloso ciclo obesità materna-infantile.

Fonte:K Rooney and S E Ozanne International Journal of Obesity 2011