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lunedì 8 ottobre 2012

Gli USA a un bivio: nuove politiche o costante diffusione dell'obesità

Urge un radicale cambio nell'attuale tendenza, altrimenti entro il 2030 il numero di soggetti in sovrappeso e l'incidenza di patologie potrebbero raggiungere livelli drammatici.

2030 USA

Non solo il numero di persone in sovrappeso è destinato ad aumentare, ma anche la diffusione di patologie e disordini metabolici e i costi sanitari nazionali dei prossimi vent’anni. Questo quadro altamente drammatico è stato presentato in una recente pubblicazione edita dall’organizzazione per le politiche sanitarie Trust for America's Health e dall’associazione filantropica Robert Wood Johnson Foundation (RWJF).

Le previsioni per la “salute del paese” non sono per nulla rassicuranti. Per la prima volta, sono stati forniti i dati prospettici fino al 2030, i quali paventano una costante diffusione del disordine in ciascuno degli stati. Parallelamente, l’analisi ha fornito una precisa ammonizione: una riduzione entro il 2030 pari al 5 % del valore dell’indice di massa corporea (BMI) di tutti i cittadini permetterebbe di limitare l’incidenza di patologie secondarie all’obesità ed anche un ingente risparmio sui costi sanitari. I dati della pubblicazione sono stati presentati sulla rivista The Lancet.

Gli USA si trovano, per così dire, a un bivio per il futuro: scegliere di migliorare la situazione nazionale oppure proseguire nella disfatta. Senza un cambio di direzione nelle politiche sanitarie, infatti, 13 stati dell’unione potrebbero toccare nei prossimi decenni tassi di obesità adulta superiori al 60% della popolazione, e la media nazionale posizionarsi al 44%!

In testa alla classifica dei “più pesanti”, e quindi dei “più malati”, vi è attualmente il Missisippi (66.7 %), mentre lo stato più “virtuoso”, si fa per dire, sarebbe il Colorado (44,8%). Il vero calcolo dei danni non si deve tuttavia basare sui numeri della “pandemia” del sovrappeso, ma piuttosto sulla diffusione di patologie secondarie all’obesità – diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari, artrite e alcune forme di tumore – per le quali ci si attende un’incidenza quasi decuplicata entro il 2020 e un ulteriore raddoppiamento per il 2030.

Un altro aspetto cruciale riguarda le spese sanitarie. Nel 2030 i costi richiesti per assistere questa mole di pazienti potrebbero crescere di quasi un terzo rispetto a quelli attuali, senza dimenticare la perdita in produttività economica derivante da questo scenario.

L’analisi non si è comunque limitata a dipingere scenari disastrosi, ma ha anche fornito prospettive di miglioramento, suggerendo come invertire l’attuale senso di marcia. Promuovendo anche una modesta riduzione del peso medio della popolazione (5% del BMI) sarebbe possibile ottenere incalcolabili benefici per la salute dei cittadini e per le tasche del governo.

Secondo gli autori, questo traguardo è assolutamente raggiungibile, poiché oggi si conoscono molte più soluzioni preventive rispetto a un decennio fa, oltre l’imperituro invito all’attività fisica e a scelte alimentari salutari.

Source:Trust for America's Health