
Nonostante l’esistenza postulata di una forma di obesità sana, definita come una condizione di sovrappeso patologico non caratterizzata da anomalie metaboliche, non è chiaro quale effettivamente sia l’evoluzione nel tempo dello stato di salute di questi soggetti.
Nel presente studio, i ricercatori coreani del Health Screening Center presso il Kangbuk Samsung Hospital di Seoul hanno valutato le variazioni longitudinali di alcuni parametri metabolici fondamentali in soggetti obesi sani confrontandole con la situazione nei soggetti sani di peso normale. I risultati dello studio sono stati presentati sulla rivista International Journal of Obesity.
In totale sono stati reclutati 2600 uomini di età compresa tra 30 e 59 anni metabolicamente sani, senza cioè segni evidenti di steatosi epatica o elementi riconducibili alla sindrome metabolica, i quali sono stati suddivisi in categorie basate sui valori dell’indice di massa corporea (BMI). I partecipanti sono stati dunque seguiti annualmente nel periodo compreso tra il 2002 e il 2009. Durante ciascun controllo i ricercatori valutavano l’insorgenza di alterazioni ecografiche del fegato e di anomalie metaboliche potenzialmente correlate con lo stato corporeo.
Durante il periodo di follow-up, 1673 partecipanti hanno sviluppato anomalie metaboliche. In seguito a correzione statistica per età, abitudine al fumo, consumo di alcol e livelli di attività fisica, i ricercatori hanno potuto constatare che le categorie caratterizzate da valori superiori di BMI presentavano una maggiore probabilità di sviluppare le anomalie metaboliche, secondo una relazione dose-risposta. In particolare, la presenza del sovrappeso ritenuto “sano” correlava nel tempo con un rischio decisamente superiore di ipertrigliceridemia, stato pre-diabetico e pre-ipertensivo, bassi livelli di lipoproteine ad elevata densità, steatosi epatica, livelli elevati di proteina C reattiva, resistenza ad insulina e sindrome metabolica rispetto a quanto veniva osservato tre gli individui di peso normale.
La definizione di “obesità sana”, o metabolicamente sana, costituirebbe dunque un falso “mito”, poiché, seppur non immediatamente, le anomalie biochimiche e ormonali e i danni agli organi farebbero la loro comparsa nel tempo, confermando così il pericoloso rischio a cui espone il sovrappeso.