
Un recente studio ha dimostrato che lo spostamento in avanti degli orari del ciclo sonno veglia influenza le abitudini alimentari, la qualità dei pasti e l’assunzione calorica giornaliero.
L’orario di inizio del sonno varia largamente tra gli indiviui ma, nell’adulto, coincide generalmente con la mezzanotte. Tuttavia una significativa percentuale della popolazione tende ad addormentarsi abitualmente ad ore più tarde, intorno alle 3 di notte o oltre.
La perturbazione cronica del ciclo del sonno può avere ripercussioni deleterie sulla fisiologia corporea e la salute psicologica compromettendo la produttività e le relazioni sociali durante il giorno.
Ultimamente sta divenendo sempre più evidente che il “disallineamento” fra gli orari del sonno e i ritmi circadiani endogeni può causare disfunzioni cardio-metaboliche. Allo stesso modo, verrebbe influenzato il comportamento alimentare e si avrebbe una maggiore predisposizione al sovrappeso.
Infine, la preferenza per l’attività notturna favorisce abitudini scorrette come il fumo e il consumo di caffeina ed alcool.
In breve, nello studio sono stati reclutati 50 volontari istruiti a registrare l’orario, il luogo, il tipo, le quantità dei cibi e delle bevande consumati durante la giornata. Inoltre, i partecipanti indossavano al polso un dispositivo per il monitoraggio attigrafico della durata e degli orari del ciclo del sonno.
Gli individui con l’abitudine a "fare le ore piccole" presentavano una durata del sonno globalmente più breve, indicavano una preferenza per le attività notturne e riportavano sintomi depressivi. Questi soggetti consumavano pasti più ravvicinati e le loro diete icludevano meno della metà delle porzioni di frutta e verdura e quasi il doppio di cibi fast-food e bevande caloriche rispetto ai soggetti con orari normali.
Il ciclo ritardato del sonno era associato ad una minore assunzione di calorie prima delle 9 di mattina ma ad una significativamente più elevata dopo le otto di sera.
Il dato più importante dello studio è stato che il consumo di calorie dopo questo orario correlava con il valore indice di massa corporea (BMI) dei partrecipanti, indipendentemente dall’età e dall’orario di inizio e durata del sonno.