
I ricercatori dell’University of Western Australia hanno osservato, attraverso un’analisi retrospettiva, un modesto aumento del tasso d’incidenza del tumore al seno nelle giovani donne sottoposte al trattamento dell’infertilità accompagnato da fecondazione assistita in vitro (IVF).
Gli autori studio hanno esaminato gli archivi ospedalieri e analizzato i dati relativi a donne di età compresa 20 e 44 anni raccolti nel periodo 1983-2002 ricercando una relazione fra i vari tipi di trattamento dell’infertilità e la probabilità di sviluppare a distanza di anni la neoplasia mammaria. I risultati dello studio sono stati pubblicati sulla rivista Fertility and Sterility.
Dall’analisi è emerso che durante un follow up medio di 17,5 anni, il rischio di sviluppare il tumore era significativamente maggiore nelle donne che avevano iniziato il trattamento anti-infertilità accompagnato da IVF ad un’età di 24 anni rispetto alle coetanee trattate solamente con terapia farcmacologica ormonale,
I ricercatori hanno tuttavia osservato che anche in seguito alla correzione dei per l’età alla prima gravidanza- normalmente un’età avanzata alla prima gravidanza correla con una probabilità superiore di sviluppare il tumore - e per le gravidanze gemellari - tipicamente associate ad un effetto protettivo - il rischio del tumore rimaneva piuttosto elevato nelle giovani donne sottoposte ad terapia ormonale e IVF. Al contrario, il rischio non risultava alto nelle donne che iniziavano il trattamento anti-infertilità dopo l’età di 40 anni e sottoposte a IVF.
Secondo gli autori il trattamento IVF in giovane età potrebbe dunque esporre ad una maggiore probabilità di siviluppare il carcinoma mammario.
Tradotte in dati epidemiologici, queste osservazioni significherebbero dai 2 a 3 casi aggiuntivi del tumore per 10,000 donne di età superiore ai 16 anni sottoposte ad IVF. Tuttavia, i risultati non desterebbero particolare preoccupazione in quanto, generalmente, le pazienti si rivolgono a questo tipo di assistenza medica a partire da un’età di 28 anni o più, e raramente così giovani.
L’osservazione suscita comunque sorpresa poichè non si pensava che una settimana di trattamento estrogenico intensivo – questi sono i tempi standard del trattamento - potesse risultare in un aumento registrabile della probabilità di sviluppare le neoplasia. Durante l’analisi non è stato considerate nè il tipo di farmaco impiegato e neppure e le dosi somministrate. Per questo, gli autori invitano ad considerare queste variabili nelle analisi future.
Lo studio ha tuttavia confermato la nota associazione tra l’età alla prima gravidanza e il rischio del tumore. La prima maternità ad un’età avanzata rappresenta di per sè un fattore di rischio per il tumore, indipendentemente dalla somministrazione dei trattamenti anti-infertilità.