
Spesso, questo accade perchè i fattori alla base della cronicità e della recidività del fenomeno - fragilità ossea, precarietà di equilibrio, debolezza muscolare e presenza di patologie metaboliche ossee - non sono identificati e trattati appropriatamente.
Considerata la natura altamente disabilitante dei traumi e il rischio di mortalità associato a un secondo episodio di frattura negli anziani, sono necessari interventi di prevenzione secondaria in grado di limitare il verificarsi delle condizioni che favoriscono i traumi.
La misurazione della resistenza ossea rappresenta il più importante strumento d’indagine per valutare il rischio di frattura primaria e permette di stabilire la necessità di procedere con l’intervento farmacologico o le misure preventive di altra natura necessarie a sconguirare successivi eventi traumatici.