
Una promessa per una diagnosi sempre più precoce del tumore. Presto saranno disponibili test diagnostici basati sull’analisi del sangue in grado di riconoscere la presenza del carcinoma mammario. Così i ricercatori della Kansas State University hanno anticipato il proprio lavoro, che produrrà un test diagonstico eseguibile direttamente su campioni di sangue prelevati dalle pazienti.
La tempestività nella diagnosi è un’aspetto cruciale nella gestione del tumore. Da questo dipendono infatti l’esito della malattia e l’efficacia delle soluzioni terapeutiche disponibili. Le statistiche, del resto, parlano chiaro: in media, una donna su otto viene diagnosticata con la patologia nel corso della vita e solo grazie ad esami sensibili e specifici è possibile intervenire terapeuticamente e salvare la vita al maggior numero di donne possibile.
A detta dei principali autori dello studio, Stefan Bossmann and Deryl Troyer, i risultati sperimentali fino ad ora radunati sarebbero decisamente incoraggianti. Il test sarebbe infatti in grado di identificare il tumore prima della comparsa dei sintomi della malattia. Questo viene reso possibile dal riconoscimento di particolari combinazioni di enzimi rilasciati in circolo dalle cellule che costituiscono i tumori in fase iniziale. Il principio di funzionomento del test prevede infatti il contatto del sangue prelevato con numerose nanoparticelle di ferro rivestite superficialmente di ammonoacidi e molecole cromogeniche, capaci cioè di generare un segnale rilevabile sperimentalmente nel caso dell’eventuale presenza degli enzimi nel campione biologico.
La nuova tecnica diagnostica sarebbe particolarmente sensibile nel riconoscere la presenza di tumori di ridotte dimensioni che passerebbero altrimenti inosservati con altri test. La tecnologia non si limita tuttavia alla diagnosi del carcinoma mammario, ma può essere impiegata per registrare segnali enzimatici specifici di alter forme tumorali – polmone, prostata.
Un plauso al lavoro del team è giunto dal Dr. Judy Garber, direttore del Cancer Genetics and Prevention Center del Dana Farber Cancer Institute e professore presso la Harvard Medical School, il quale ha tuttavia invitato i ricercatori a investigare il reale margine di sensibilità diagnostica del test, specialmente in riferimento ai tumori di dimensioni estremamente ridotte.
I ricercatori hanno comunque escluso miracoli nel breve termine, ma confidano nel perfezionamento del loro lavoro e nel futuro successo nel realizzare test diagnostici estremamente accurati basati sull’esame dei campioni di sangue. Fino a quell giorno, il consiglio per le donne di ogni età resta quello di aderire con osservanza alle line guida per lo screening del tumore al seno, che prevedono il regolare contatto con un medico e l’esecuzione di mammografie ricorrenti.