
Nei pazienti diabetici, il consumo di alimenti abbondanti in fibre può esercitare effetti benefici sul controllo delle concentrazioni ematiche di glucosio, insulina e trigliceridi, oltre a garantire un effetto ipo-colesterolemico.
Il diabete è infatti una malattia plurimetabolica, caratterizzata cioè da diverse anomalie del metabolismo del glucosio che predispongono nel lungo termine all’insorgenza di complicazioni cardiovascolari.
Le fibre alimentari, specialmemente quelle di tipo solubile, possono contribuire in larga misura alla regolazione dei livelli plasmatici di glucosio, prevenendo così lo sviluppo di ulteriori complicazioni metaboliche nei pazienti diabetici e riducendo globalmente il rischio di sviluppare la patologia negli individui sani.
Il consumo di almeno tre porzioni giornaliere di questi alimenti sembra infatti ridurre dal 20 al 30% il rischio della malattia.
È possibile aumentare il contenuto di fibre alimentari includendo nella dieta prodotti naturali come alimenti integrali, cereali, legumi frutta e verdura. Questi alimenti esercitano infatti il proprio effetto euglicemico in virtù di un lento rilascio di zuccheri e grazie all’elevato contenuto in fibre che promuove il senso di sazietà, limitando il consumo di cibo.
Le proprietà di questi alimenti dipendono largamente dal mantenimento della struttura intatta delle fibre che li compongono.
La macinazione ed alte procedure industriali di raffinazione alterano infatti le fibre ed i tessuti vegetali rendendoli così più rapidamente accessibili ai processi digestivi e quindi al rilascio dei carboidrati che li compongono.
I cereali, composti in prevaleza da fibre insolubili offrono notoriamente una grande protezione per il diabete di tipo 2, e il mantenimento della struttura inalterata delle loro fibre appare indispensabile per la loro efficacia.
La sostituzione dei carboidrati a più rapida digestione con questi alimenti permetterebbe dunque di limitare il rischio di sviluppo del diabete mellito e di tipo 2, sia favorirebbe il controllo delle principali alterazioni metaboliche nei soggetti diabetici.
I benefici avrebbero una rilevanza clinica nel lungo termine, come dimostrato dalla riduzione del numero di episodi ipoglicemici e dal miglioramento globale del profilo cardiovascolare nei pazienti affetti da diabete mellito e di tipo 2.