La sindrome dell'ovaio policistico è una comune condizione endocrina caratterizzata da iperandroginismo, infertilità e disfunzioni metaboliche. Tipica della sindrome è la distribuzione del grasso corporeo nella parte superiore del corpo, la presenza di elevati livelli di testosterone libero e la resistenza ad insulina.
La resistenza ad insulina e l’iperinsulinemia compensatoria sono considerati importanti fattori eziopatologici nella sindrome. Per questo motivo, il ristabilimento dei livelli di insulina e della sua sensibilità sono aspetti essenziali della gestione della sindrome.
Il controllo de peso corporeo ottenuto mediante la dieta e gli interventi comportamentali sono infatti strumenti fondamentali per il controllo delle alterazioni metaboliche.
La maggior parte delle pazienti riconoscono l’importanza della dieta. Tuttavia solo poche ricevono suggerimenti dietari da parte dei medici in quanto non esistono linee guida alimentari ufficiali per le pazienti affette da sindrome da ovaio policistico.
Uno studio inglese ha analizzato la composizione della dieta e i livelli abituali di attività fisica in un gruppo di donne affette dalla sindrome riscontrando infatti una scarsa attenzione da parte di queste.
Le oltre 200 partecipanti hanno fornito informazioni sulle proprie abitudini alimentari e di attività fisica mediante la compilazione di questionari settimanali sviluppati per il calcolo del consumo energetico e di nutrienti.
Dai dati è emerso che la maggior parte delle pazienti non rispettavano un regime alimentare sano e neppure livelli di attività fisica richiesti per ottimizzare il profilo metabolico e controllare i sintomi.
La maggior parte delle partecipanti, pur presentando un indice di massa corporea (BMI) superiore 25 non praticava esercizio fisico ed inoltre presentavano come fonte primaria di energia alimentare grassi saturi.
È dunque estremamente necessario stabilire una serie di indicazioni alimentari regolamentate per queste la gestione di queste pazienti. Le poche evidenze fino ad ora prodotte suggeriscono invece l’importanza di una dieta povera in grassi saturi e abbondante in fibre derivate da carboidrati a basso indice glicemico.
Gli studi dietari fino ad ora condotti hanno tuttavia focalizzato sulla restrizione energetica piuttosto che sulla composizione della dieta per se. I consigli dovrebbero invece concentrarsi sulla qualità e quantità dei grassi e sulla modifica del tipo di carboidrati.
Per quanto sia difficile stabilire una dieta ottimale per le donne affette dalla sindrome dell’ovaio policistico, è chiaro che un simile intervento non deve considerare la sola gestione del peso corporeo nel breve termine e i sintomi come l’infertilità, ma dovrebbe soprattutto essere mirato alla riduzione del rischio a lungo termine di sviluppo di diabete di tipo 2, patologie cardiovascolari e alcune forme di tumore.