
L’infusione intravenosa di ossitocina determinava una riduzione del peso corporeo nel modello animale sperimentale, insieme ad un miglioramento globale del profilo glicemico e dei trigliceridi, promossi principalmente da un globale aumento del metabolismo lipidico.
L’ossitocina è un ormone neuroipofisario sintetizzato nel sistema nervoso centrale da parte dei neuroni ipotalamici paraventricolari e del nucleo sopraottico. Queste cellule si proiettano alla neuroipofisi, da cui avviene il rilascio sistemico dell’ormone. L’ossitocina è inoltre prodotta da vari organi come l’ovaio, il testicolo il timo il rene e il cuore.
Data l’ampia distribuzione e produzione tessutale dell’ormone, l’ossitocina sembra coinvolta in numerosi processi fisiologici. Tra questi, è noto un effetto di soppressione dell’appetito quando infusa nell’animale.
Recenti evidenze sperimentali hanno suggerito un ruolo per questo ormone nel controllo dell’equilibrio metabolico, come evidenziato dall’insorgenza dell’obesità nel modello animale privato del gene codificante per l’ossitocina.
Nel presente studio è stato invece dimostrato che la somministrazione endovenosa dell’ormone, sia a livello del sistema nervoso centrale che in sede periferica, determinava una riduzione dei depositi di tessuto adiposo negli animali proni allo sviluppo del soprappeso.
Questi effetti risultavano mediati da un aumento della lipolisi e della beta ossidazione, i processi enzimatici che regolano il metabolismo degli acidi grassi.
L’infusione dell’ormone causava infatti un aumento dell’espressione genica di proteine coinvolte nell’assorbimento e trasporto degli acidi grassi e di altri enzimi responsabili dei processi di degradazione.
Questi eventi erano particolarmente evidenti a livello dei depositi di grasso epididimale, il corrispettivo animale del grasso addominale umano. Questi effetti erano inoltre rilevabili esclusivamente nel tessuto adiposo e non a livello del fegato e del muscolo scheletrico.
L’infusione dell’ormone permetteva di ridurre il consumo di cibo, come evidenziato da uno shift energetico in favore dell’ossidazione lipidica rispetto all’utilizzo di carboidrati.
Anche il profilo glicemico risultava nettamente migliorato negli animali trattati, come dimostrato da una maggiore sensibilità all’insulina e tolleranza al glucosio.
Gli effetti promossi dall’ossitocina sarebbero dunque mediati da una sua azione diretta sul tessuto adiposo. L’ormone è infatti in grado di promuovere la propria sintesi e rilascio mediante un circuito di feedback positivo in seguito al legame del suo recettore, sia centralmente, sia perifericamente. Questo avviene normalmente in situazioni fisiologiche a livello della ghiandola mammaria durante l’allattamento e dell’utero nel momento del travaglio.
L’utilizzo di preparazioni farmacologiche a base di ossitocina lasciano però alcuni dubbi riguardo i potenziali effetti collaterali legati alle normali attività fisiologiche dall’ormone, specialmente nelle donne.
I risultati dello studio lasciano comunque sperare su possibili terapie per il soprappeso basate sulla somministrazione dell’ormone umano nei pazienti affetti da anomalie del metabolismo lipidico.