
I ricercatori della Yale University hanno riscontrato nei soggetti caratterizzati dal consumo compulsivo del cibo l’attivazione di circuiti cerebrali simili a quelli caratteristici delle dipendenze da sostanze additive.
Questi soggetti presentano infatti una maggiore attività neurale nelle aree cerebrali deputate all’elaborazione delle sensazioni di gratificazione e al rinforzo di meccanismi istruttivi che favoriscono particolari comportamenti.
Il team guidato da Ashley N. Gearhardt ha esaminato in alcuni individui obesi il pattern di attivazione di specifici circuiti neurali in risposta a stimoli che segnalavano l’imminente somministrazione di cibi altamente appetitosi.
Mediante risonanza magnetica funzionale, i ricercatori hanno riscontrato un’elevato grado di attivazione di particolari aree cerebrali - corteccia cingolata anteriore, corteccia orbitofrontale mediale e amigdala.
Il coinvolgimento di queste aree è notoriamente richiesto per l’elaborazione della componente motivazionale associata al consumo delle sostanze nei soggetti dipendenti.
Il consumo compulsivo di cibo sarebbe dunque in parte guidato dall’elaborazione anticipata della gratificazione derivante dal consumo del cibo e, proprio come per gli individui dipendenti da sostanze stupefacenti, i soggetti obesi sarebbero più reattivi fisiologicamente e psicologicamente agli stimoli associati al cibo.
Questo studio è il primo a suggerire un’associazione tra il consumo compulsivo di cibo e un pattern specifico di attivazione neurale. Per questo motivo, se alcuni cibi sono particolarmente addittivi viene così giustificata la difficoltà incontrata da alcune persone a controllare il proprio peso.