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mercoledì 29 agosto 2012

Infiammazione e cancro: lezioni dalla medicina tradizionale indiana

Medicina tradizionale e moderna possono trovare punti di accordo, specialmente nel caso delle patologie complesse che predispongono all’insorgenza dei tumori.

ayurveda

Di questo sono convinti i ricercatori dell’Indian Institute of Technology Madras, India. Secondo Venil N. Sumantran e colleghi sarebbe auspicabile una convergenza sul piano metodologico tra alcuni principi della medicina moderna, basata sull’evidenza scientifica, e quelli della medicina tradizionale.

L’intuizione origina dal concetto di “patologia condivisa”, cioè della stretta concatenazione che si osserva tra distinte entità patologiche, come tra la sindrome metabolica - l’insieme disturbi ormonali, anomalie biochimiche e fattori di rischio cardiovascolare che caratterizzano l’obesità - e l'insorgenza di alcune forme tumorali. Alla base di questa associazione tra entità patologiche apparentemente distinte vi è infatti l’infiammazione cronica, vera e propria forza trainante della carcinogenesi e step critico nella progressione dei fenomeni neoplastici.

Evidenze biochimiche e molecolari hanno inoltre confermato la relazione tra dieta, i disturbi del peso corporeo e del metabolismo dei lipidi, il diabete di tipo 2 e l’infiammazione cronica. Ciascuno di questi fattori è a sua volta responsabile delle anomalie biochimiche che favoriscono il processo di carcinogenesi.

Oggigiorno, la medicina moderna e le sue discipline “omiche” (genomica, trascrittomica, metabolimica, proteomica) ispirano la messa a punto di interventi terapeutici sempre più mirati, frutto della traduzione di solide nozioni biologiche nello sviluppo di nuove molecole e soluzioni combinate sempre più personalizzate, particolarmente nel campo della medicina oncologica. Troppo spesso però, a causa dell’enorme gap fra la mole di dati prodotti e la limitata capacità interpretativa di questi, lo sviluppo di nuovi trattamenti mirati risulta in parte compromesso. In aggiunta a questo, non sono disponibili adeguati indicatori biologici in grado di rivelare l’associazione tra i disordini digestivi l’infiammazione in fase iniziale.

Secondo l’approccio olistico della medicina indiana ayurvedica, la patologia non costituisce unicamente il risultato ultimo di una sequenza difettosa di meccanismi genetici e biochimici. L'associazione tra infiammazione, sindrome metabolica e tumori suggerisce piuttosto che queste patologie, solo apparentemente distinte, emergano da anomalie più radicate del metabolismo, dell’omeostasi generale e della funzionalità del sistema immunitario.

La diagnosi e lo studio olistico delle patologie conducono necessariamente ad un trattamento anch'esso di tipo olistico. Esattamente in questo modo viene esercitata la medicina ayurvedica, i cui trattamenti sono rivolti a ristabilire il naturale sistema di difesa e puntano ad una risoluzione sistemica ed ad un recupero duraturo.

Secondo i ricercatori indiani ci troviamo attualmente in una fase particolarmente eccitante per la medicina moderna, in cui la rigorosa evidenza scientifica può aprirsi, ed addirittura sposare, alcuni aspetti delle medicine tradizionali.

Per difendere i principi ayurvedici e conciliarne alcuni aspetti con gli approcci traslazionali moderni, i ricercatori indiani fanno appello al concetto di "Ama", l’insieme dei prodotti tossici generati dalla cattiva digestione, dotati di proprietà pro-infiammatorie.

Secondo gli studiosi, se si riuscisse ad attribuire a questo concetto tradizionale una natura chimico molecolare, come richiesto dall'evidenza scientifica moderna, sarebbe possibile, almeno in parte, spiegare l'associazione tra i disturbi digestivi e l’insorgenza dell’infiammazione cronica ed identificare così alcuni sottogruppi di pazienti potenzialmente esposti al rischio di sviluppare la sindrome metabolica e quindi successivamente una forma tumorale.

I ricercatori si augurano i questo modo di riproporre le pratiche tradizionali come nuovi approcci metodologici alla diagnosi e trattamento delle patologie, riscattando così la medicina ayurvedica fino ad oggi considerata unicamente quale fonte di composti bioattivi e fitofarmaci di cui testare le proprietà terapeutiche.

Alcuni principi della medicina tradizionale potrebbero infatti evolvere in nuove ipotesi da testare attraverso il metodo scientifico moderno, fornendo così nuovi indicatori dello stato di salute e patologia. Proprio questo tipo di approccio sta avvenendo spontaneamente come risultato della graduale integrazione tra le diverse discipline “omiche” e la biologia dei sistemi, con una sempre più stretta convergenza tra meccanismi fisiologici e molecolari precedentemente ritenuti indipendenti.

Source:Venil N. Sumantran and Girish Tillu Cancer, Inflammation, and Insights from Ayurveda Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine