
Fino a poco fa, era diffusamente accettata la nozione che il sovrappeso offrisse protezione contro la riduzione della densità ossea, prevenendo il rischio di osteoporosi.
Recenti evidenze cliniche sembrano smentire questo misconcetto suggerendo, al contrario, un’effetto deleterio esercitato dal volume adiposo sulla salute ossea.
Non tutto il grasso corporeo sarebbe responsabile del meccanismo di compromissione ossea, piuttosto l’eccesso di grasso viscerale, contenuto nella cavità addominale.
Uno studio, presentato al congresso della Radiological Society of North America, ha investigato l’associazione tra i livelli di grasso vertebrale midollare, depositi di grasso addominale, livelli di ormone della crescita GH e del fattore della crescita insulino simile (IGF-1) e la densità minerale ossea trabecolare (BMD) in donne obese (BMI medio pari a 30 Kg/cm2) premenopausali.
50 donne sono state sottoposte ad esame spettroscopico a risonanza magnetica (1H-MRS) per valutare il contenuto di grasso midollare a livello lombare; la densità minerale ossea è stata misurata attraverso tomografia computerizzata quantitativa (CT) nello stesso sito spinale.
Le donne con depositi maggiori di grasso viscerale presentavano anche un grado superiore di grasso midollare ed una densità minerale ossea (BMD) ridotta.
Lo studio ha inoltre evidenziato che il contenuto in grasso viscerale era inversamente associato ai livelli di IGF-1 e GH, entrambi importanti messaggeri chimici coinvolti nel mantenimento dell’omeostasi del tessuto osseo.
L’obesità addominale, determinata da fattori genetici, alimantazione malsana e limitato esercizio fisico, oltre ad essere un fattore favorente l’insorgenza di patologie cardiovascolari, respiratorie, articolari e diabete, deve essere d’ora in poi considerata un fattore di rischio per lo sviluppo di osteoporosi.
Nonostante la perdita di matrice ossea sia più comune tra le donne, lo stesso gruppo di studio sta attualmente verificando se l’obesità addominale costituisca una minaccia al pari per gli uomini.