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lunedì 15 ottobre 2012

Ritratti molecolari del tumore

Così avremo diagnosi sempre più accurate e terapie più personalizzate ed efficaci

ritratto molecolare tumore seno

Quale migliore situazione, se non quella di conoscere le precise attività che sostengono la crescita tumorale?

La possibilità di dipingere un “ritratto molecolare” della patologia, basato su dettagliate informazioni genetiche e proteiche, permetterebbe di mettere in atto le strategie più efficaci e risolutive in ciascuna paziente.

 

Attualmente, è possibile definire categorie, o sottotipi, di carcinoma mammario sulla base dei dati generati attraverso differenti piattaforme tecnologiche. Il passo successivo dovrà essere quello di caratterizzare i singoli casi di tumore, attribuendo cioè un preciso significato funzionale ai geni attivi e alle proteine trascritte.

Un nuovo contributo al profiling del carcinoma mammario giunge da un recente studio condotto dai ricercatori del Cancer Genome Atlas Network. Il team internazionale di scienziati ha infatti analizzato numerosi casi di tumore al seno, valutando accuratamente una serie di caratteristiche per ogni situazione.

Gli esami prevedevano l’analisi dell’espressione genica, del numero di copie di DNA genomico e della metilazione del DNA, il sequenziamento dell’esoma, gli arrays dell’RNA messaggero e il sequenziamento dei microRNA. In questo modo è stata generata un’impressionante quantità di dati che, una volta integrati, hanno permesso, non solo di confermare l’esistenza di alcuni sottotipi tumorali già definiti in passato, ma di dimostrare anche l’esistenza di quattro principali categorie di carcinoma mammario.

 

Nel dettaglio, gli autori hanno osservato che la presenza contemporanea di mutazioni somatiche a carico dei soli tre geni TP53, PIK3CA GATA3 mostrava un’incidenza pari al 10% tra tutti i casi di tumore al seno. Tuttavia, sono emerse numerose mutazioni associate ai distinti sottotipi e nuove alterazioni genetiche, tra cui l’arricchimento di specifiche mutazioni in GATA3,PIK3CA e MAP3K1, che correlavano con il sottotipo luminale A.

 

Gli autori hanno inoltre identificato due nuovi sottotipi del tumore, caratterizzati dall’espressione di specifiche proteine, probabilmente prodotte da elementi stromali. In seguito alle analisi integrate sono poi emersi specifici pathway di segnalazione cellulare, dominanti in ciascuno dei sottotipi molecolari.

 

Il confronto tra i tumori mammari di tipo basale con quelli ovarici sierosi ha infine rivelato l’esistenza di numerose caratteristiche comune alle due neoplasie, indicative di un’eziologia simile e dunque di simili opzioni terapeutiche.

In conclusione, queste nuove nozioni sulla biologia del carcinoma mammario hanno chiaramente dimostrato che la maggior parte della plasticità e dell’eterogeneità osservabile clinicamente è presente all’interno dei sottotipi tumorali e non nell’insieme dei casi e formano una nuova base per il proseguo della ricerca nella patofisiologia della malattia.

Fonte:The Cancer Genome Atlas Network