
I farmaci anti-obesità attualmente in sviluppo comprendono principalmente composti che agiscono sul sistema nervoso centrale in maniera tale da sopprimere l’appetito e limitare l’assunzione di cibo, oppure agenti in grado di ridurre l’assorbimento di grassi a livello del tratto gstrointestinale (inibitori degli enzimi lipasi), o ancora molecole capaci di interferire nella regolazione della spesa energetica o di inibire l’espansione del tessuto adiposo.
Tra le nuove terapie disponibili, le formulazioni basate sulla combinazione di due o più agenti costituiscono le soluzioni più efficaci per il trattamento farmacologico del disordine e presentano anche un maggiore profilo di sicurezza. Tra queste, l’anticonvulsivo topiramato unito al composto anoressizzante fentermina e gli psicostimolanti buproprion e naltrexone, sono le combinazioni di farmaci più promettenti.
Nonostante i recenti insuccessi, rimonabant e sibutramina, due farmaci messi in commercio e poi ritirati per i pericolosi effetti collaterali, la farmacoterapia dell’obesità sembra comunque progredire, se non tanto per le soluzioni disponibili, almeno per quanto riguarda il numero di composti in sperimentazione che hanno già raggiunto le fasi II e III di studio.
E' recente l'approvazione di lorcaserina da parte di FDA. La molecola è un anoressizzante agonista altamente selettivo dei recettori serotoninergici 5-HT2C, che si trovano esclusivamente nel cervello. Si suppone questi recettori nell'ipotalamo attivino la produzione del pro-ormone propiomelanocortina e promuova quindi la perdita di peso inducendo senso di sazietà.