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mercoledì 23 novembre 2011

Mangiar fuori è mangiar bene?

il pranzo consumato fuori casa può favorire cattive abitudini alimentari

Mangiar fuori è mangiar bene?

L’abitudine a pranzare fuori casa è una tendenza in continua crescita che favorisce il consumo di cibi insalubri costituendo un rischio per il controllo del peso corporeo e la salute in generale.

Un recente studio ha esaminato la relazione esistente fra l’abitudine a pranzare al ristorante, al bar o sul posto di lavoro e l’aumento di peso.

I dati sono stati ottenuti dall’European Prospective Investigation into Cancer and Nutrition (EPIC) study, un’analisi multicentrica internazionale volta a comprendere la relazione fra alimentazione e sviluppo di patologie croniche – prime fra tutte diabete e cancro.

Il campione di studio comprendeva più di 24 mila individui provenienti da 10 paesi europei. Ciascun partecipante è stato istruito a compilare un questionario sul tipo di pasti e il loro luogo di consumo. Il pranzo al ristorante era inteso come occasione di mangiare in fast food, caffeterie e bar. Il pranzo in ufficio si riferiva al consumo di alimenti sul posto di lavoro.

La relazione fra il consumo dei pasti, il valore di indice di massa corporea (BMI) e i cambiamenti annuali del peso è stata analizzando utilizzando modelli di statistica inferenziale specifici per il sesso.

Dallo studio è emerso che, almeno per i paesi dell’Europa meridionale, il pranzo del mezzogiorno consumato al ristorante determina una maggiore assunzione calorica rispetto al pranzo sul posto di lavoro. Al contrario, nei paesi nordici, il pranzo sul posto di lavoro sembra contribuire maggiormente all’assunzione calorica giornaliera.

Il pranzo al ristorante correlava positivamente con  il BMI e in forma limitata con l’aumento di peso nel tempo, solo per gli uomini.

Lo studio, oltre ad evidenziare marcate differenze nelle abitudini dietarie e nell’offerta di cibo in distinte aree geografiche europee, suggerisce un’attenzione nella condotta alimentare quotidiana.

Source:A Naska, P Orfanos, A Trichopoulou, A M May, K Overvad, M U Jakobsen et al. International Journal of Obesity (2011) 35, 416–426;doi:10.1038/ijo.2010.142