
Una bassa densità ossea costituisce una minaccia per le fratture ossee anche nei bambini. Inoltre, una grave deficienza di vitamina D è responsabile del rachitismo mentre una deficienza sub-clinica può ostacolare il processo di mineralizzazione ossea.
La deficienza da vitamina D viene diagnosticata misurando i livelli serici di 25-idrossivitamina D. Concentrazioni di vitamina D al di sopra di 50 nmol/L sono considerate normali, tuttavia resta incerta la soglia patologica.
Una recente meta-analisi ha investigato l’efficacia della supplementazione di vitamina D in bambini e adolescenti verificando i cambiamenti della densità minerale in base allo status vitaminico. Sono stati analizzati sei studi controllati con placebo della durata minima di 3 mesi per un totale di 884 pazienti di età compresa tra 1 mese e meno di 20 anni di cui 343 trattati con placebo e 541 riceventi supplementi di vitamina.
Dalla revisione degli studi è emerso che il supplemento non aveva un effetto statisticamente significativo sul contenuto minerale osseo totale del corpo e sulla densità minerale nei soggetti con livelli serici ottimali della vitamina. L’effetto delle supplementazioni sul contenuto minerale osseo totale del corpo era invece decisamente significativo nei pazienti che presentavano bassi livelli serici di vitamina D.
L'analisi ha suggerito che il supplemento di vitamina D in bambini ed adolescenti con deficienza vitaminica critica determina significativi miglioramenti clinici, specialmente per la densità minerale ossea della spina lombare e del contenuto minerale osseo totale del corpo. Regolando al meglio l’assunzione di vitamina D è possibile massimizzare il raggiungimento del picco di massa ossea nei bambini e negli adolescenti, un’intervento di primaria importanza nelle situazioni di carenze organiche.