
Lo studio è opera dei ricercatori norvegesi, paese che registra la più alta incidenza di fratture ossee in Europa. La predisposizione ai traumi scheletrici, oltre a possedere una forte componente genetica, può essere determinata da fattori di tipo ambientale in grado di compromettere la resistenza ossea.
Nel presente studio i ricercatori hanno dimostrato che la cattiva qualità dell’acqua potabile è un possibile fattore di rischio per le fratture scheletriche da debole trauma. In particolare, gli autori hanno evidenziato il ruolo del pH, un importante parametro dalla qualità degli alimenti. Le informazioni sulla qualità dell’acqua sono state recuperate dal sistema geografico nazionale, mentre i dati clinici relativi agli eventi di frattura provenivano da un database relativo al periodo 1994 - 2003.
Gli autori hanno potuto osservare che il rischio di frattura dell’avambraccio era massimo, sia negli uomini che nelle donne, attorno al pH 6.75 dell’acqua (debolmente acido), mentre si riduceva per valori più alti e bassi. La probabilità si attenuava, comunque, in seguito alla correzione statistica per altri fattori legati alla qualità dell’acqua come la presenza di batteri enterococco e clostridium.
Questi risultati stabiliscono dunque una possibile associazione tra l’acidità dell’acqua potabile e il rischio di frattura. Tuttavia, questo rischio non sembra dipendere dall’acidità in se, ma piuttosto da altri parametri della qualità dell’acqua legati al pH.