
Questo è quanto emerge da un’indagine condotta in cinque paesi diversi.
Alcune pazienti pretendono il controllo totale nella scelta delle opzioni terapeutiche, altre più semplicemente preferiscono essere accompagnate nelle decisioni dal medico. “Eppure, solo una minima percentuale di queste pazienti riceve l’attenzione desiderata e trova lo spazio per esprimere le proprie motivazioni e intenzioni” così ha commentato Dr. Richard Brown, autore principale di uno studio condotto dalla Virginia Commonwealth University.
Non è sorprendente che le decisioni vengano spesso stabilite esclusivamente dal medico; questo perché i medici spesso ritengono che le pazienti non abbiano interesse nel partecipare alla scelte, specialmente per quanto si tratta di patologie temute come il tumore.
Il team medico ha intervistato oltre 680 diagnosticate con il tumore al seno, domandando quale ruolo vorrebbero assumere nella scelta delle trattamento: imporre la propria volontà, discutere le scelte insieme al medico oppure affidarsi ciecamente nelle mani degli esperti.
Inizialmente, solo il 28% delle pazienti preferiva delegare totalmente la decisione al medico, ma è risultato che almeno il 46% ha subito passivamente le decisioni terapeutiche.
Dopo le rispettive visite le donne sono state nuovamente intervistate per vedere se la loro posizione riguardo al loro coinvolgimento era cambiato. Un terzo delle pazienti preferiva ancora affidare la decisione totalmente al medico.
Almeno la metà delle 282 donne che hanno cambiato la loro posizione hanno affermato di voler partecipare attivamente alle decisioni. Un terzo di queste, inizialmente affidatesi al medico, hanno invece deciso di partecipare alle scelte o addirittura di imporre la propria volontà. Infine, una donna su cinque di coloro a cui bastava l’appoggio del medico hanno virato verso la totale autorità.
Ovviamente, questo scenario si rende possibile nei casi di tumore in fase precoce, in cui sono ancora aperte varie possibilità di intervento, ma sarebbe proprio questa varietà di indirizzo terapeutico a rendere le pazienti più motivate a partecipare.
In generale, le pazienti a cui è stata offerta la possibilità di prendere parte alle decisioni terapeutiche rispetto hanno riportato di sentirsi meno dibattute sul tipo di decisione presa, più soddisfatte con questa e, complessivamente, più tranquillizzate dalla visita.