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venerdì 11 maggio 2012

La capillaroscopia nelle connettiviti indifferenziate, quale ruolo?

La capillaroscopia può assistere la diagnosi clinica dei disordini reumatici indifferenziati

Lupus connettivite indifferenziata capillaroscopia

Attualmente, solo la sclerosi sistemica possiede un sistema di classificazione capillaroscopico specifico, che prevede tre fasi, ciascuna caratterizzata da precise alterazioni morfologiche del microcircolo cutaneo. Questo Scleroderma Pattern contempla tre quadri capillaroscopici- early, active e late - i quali rispecchiano in modo sequenziale l’evoluzione clinica del disordine e correlano con la progressione del danno sistemico.

Meno definita è invece la situazione nel Lupus, in cui possono essere osservate alterazioni aspecifiche della rete capillare che, complessivamente, definiscono un SLE-type pattern, parzialmente sovrapposto al pattern sclerodermico. Queste somiglianze spesso riflettono anche una sovrapposizione clinica dei due disordini.

La maggior parte dei pazienti affetti da connettiviti indifferenziate presentano, invece, alterazioni capillari variegate che non permettono di definire quadri specifici che facilitino la classificazione diagnostica e l'evoluzione prognostica.

Nel presente studio, i ricercatori dell’Università di Plovdiv, Bulgaria, hanno valutato il potenziale predittivo dalla tecnica capillaroscopica, verificando se il rinvenimento di particolari alterazioni microvascolari correli, nel lupus e nelle connettiviti di tipo indifferenziato, con la presenza di sintomi specifici o altri parametri diagnostici. Per le analisi gli autori hanno utilizzato lo strumento Videocap, un dispositivo per microscopia in vivo supportato da un sistema di archiviazione digitale delle immagini cliniche.

Lo studio ha coinvolto 30 pazienti donne con Lupus, 31 con connettivite indifferenziata e 34 individui sani di controllo. Le osservazioni capillaroscopiche sono state quindi confrontate con i dati clinici e laboratoristici dei pazienti.

Nel Lupus, le alterazioni più frequentemente osservate erano la presenza di capillari allungati (47% dei soggetti), l’aumento della tortuosità dei vasi (70%) e una maggiore visibilità del plesso sub-papillare (60%). In oltre l’80% di questi individui erano presenti capillari dilatati, nel 6% anse capillari giganti e nel 16% erano osservabili emorragie. Il 50% dei soggetti presentava un pattern capillaroscopico SLE-type. Quattro pazienti con lupus presentavano un pattern scleroderma-like ed erano positivi per autoanticorpi, senza tuttavia evidenti segni riconducibili ad un'altra patologia del connettivo. In due di questi soggetti era presente una vasculite dei vasi periferici, mentre altri due presentavano il fenomeno di Raynaud secondario e una forte attivazione immunologica. Il pattern scleroderma-like era invece osservabile nel 38% dei pazienti affetti da connettivite indifferenziata. Nel 51% di questi soggetti sono state descritte alterazioni capillari di tipo non-specifico.

Nelle connettiviti indifferenziate e nel lupus le alterazioni microvascolari sono dunque altamente eterogenee. Nel Lupus, l’esame può infatti rivelare la presenza di un esteso danno microvascolare consistente con il profilo immunologico, pur in assenza del fenomeno di Raynaud, il quale costituisce, invece, il sintomo di esordio nella sclerosi sistemica. Il pattern scleroderma-like non sembra presentare un’associazione obbligata con le connettiviti e le sindromi da overlap, ma può essere osservato nel contesto di una vasculite attiva, così come nei pazienti che presentano il disturbo vasospastico.

In conclusione, secondo gli autori non si può escludere che l’esame capillaroscopico possieda un potenziale predittivo anche in questi disordini reumatici, ma necessita di essere valutato attraverso studi di più lunga durata.

Source:Lambova SN, Müller-Ladner U. Capillaroscopic pattern in systemic lupus erythematosus and undifferentiated connective tissue disease: What we still have to learn? Rheumatol Int. 2012