
L’infarto ischemico cerebrale, o ictus, è una patologia favorita da cattive abitudini alimentari e stili di vita scorretti, primo fra tutti il fumo di sigaretta.
Le diete che includono cibi grassi e sono povere in alimenti di origine vegetale predispongono all'aterosclerosi, la principale causa di ischemia cardiaca e cerebrale.
La dieta mediterranea, abbondante in olio di oliva, pesce, cereali integrali, frutta e verdura, è invece associata ad una bassa incidenza di patologie croniche cardiovascolari. Questo regime alimentare offre protezione per le strutture vascolari in quanto ricca in sostanze antiossidanti che contrastano i processi l'infiammatori coinvolti nella patogenesi dell’infarto ischemico cerebrale.
Un recente studio italiano ha investigato l’associazione tra l’incidenza di ictus e l’aderenza regolare ad uno dei quattro seguenti regimi alimentari: l’Healthy Eating Index 2005 (HEI-2005) basato linee guida alimentari statunitensi, la dieta Dietary Approaches to Stop Hypertension (DASH) sviluppata per la prevenzione dell’ipertensione e le versioni greca ed italiana della dieta mediterranea (Greek Mediterranean Index e Italian Mediterranean Index).
Lo studio, denominato EPICOR ed allestito per rispondere a quesiti di ordine eziologico e patogenetico sulle malattie cardiovascolari, è parte del più esteso studio prospettico epidemiologico sulle cause del cancro in Europa, EPIC (European Investigation into Cancer and Nutrition), nato dalla collaborazione fra centri internazionali e caratterizzato da un’elevata qualità di rilevazione delle informazioni e dei dati sullo stile di vita, soprattutto alimentare.
Il progetto cardiovascolare ha già fornito importanti, seppur preliminari, indicazioni sulla relazione tra abitudini alimentari e malattie cardiovascolari in Italia raccolte da circa 50.000 persone residenti in varie aree italiane tra cui Torino, Varese, Firenze, Napoli e Ragusa.
Dopo una periodo medio di 7,9 anni, dallo studio è emerso che tre delle diete considerate, ad eccezione fatta dell’HEI, offrivano protezione per il rischio di ictus a differente eziologia, è proprio quella italiana presentava l’associazione più forte [HR = 0.47 (95%CI = 0.30-0.75); terzo vs.primo terzile].
Tutti i regimi alimentari erano inversamente associati agli eventi di infarto ischemico, ad esclusione della dieta greca. Anche in questo caso la dieta italiana mostrava l’associazione più forte [HR = 0.37 (95%CI = 0.19-0.70); terzo vs. primo terzile] e solo questo tipo di alimentazione risultava protettiva per l’ictus emorragico [HR = 0.51 (95%CI = 0.22-1.20); P = 0.07)].
La dieta sul modello mediterraneo italiano offre dunque una maggiore protezione sul rischio di ictus a differente eziologia. Questa situazione, nel nostro paese, è favorita dalla larga disponibilità di prodotti inclusi nel regime alimentare considerato e da una tendenza culturalmente orientata al consumo di questi cibi.